Figli d'Adamo

Centro Regionale Danza ATERBALLETTO

Anno di creazione 2000

una creazione di
MICHELE ABBONDANZA
ANTONELLA BERTONI

con
Compagnia ATERBALLETTO

ricerca musicale a cura di
MAURO CASAPPA

luci di
STEFANO PIRANDELLO

costumi di
LUCIA SOCCI

scene di
MICHELE ABBONDANZA e ANTONELLA BERTONI

assistente alla coreografia
LUCIA GEPPI

produzione
CENTRO REGIONALE DELLA DANZA/ATERBALLETTO
in collaborazione con
LA CORTE OSPITALE

 

durata 65' - anno di creazione 2000

 

Movimento di corpi voci e anime, che abbiamo voluto chiamare Figli d’Adamo.

Forme e sentimenti per quattordici splendidi danzatori classici, ai quali per l’occasione, di classico, abbiamo lasciato solo qualche musica e vestito.

Due modi e mondi completamente diversi di "fare danza" a confronto, il cui risultato potrebbe mostrare, almeno nei nostri intenti, che la creazione artistica non ha steccati né palizzate, anzi le sradica con irriverenza, creando solo infine vasti spazi di libertà, dove lo sguardo possa espandersi senza dover dare per forza un nome alle cose su cui si posa.

Piccola storia di un incontro tra due mondi diversi che lentamente si sono riconosciuti.

Come artigiani abbiamo tentato di limare e cesellare, stuccare e mettere dorature. Quando serviva distruggere e ricostruire. Con il vantaggio di trovare corpi pronti e teste disposte a rimettersi in gioco, anche dopo aver lavorato tanti anni per raggiungere quel grado di perfezione. Abbiamo loro chiesto di
dubitare di tutto ciò, parlando e provando insieme di una possibilità ancora maggiore di perfezione attraverso un’impurità. Fino a quando lo smalto iniziale, quello dei primi passi di danza e il loro stupore non fosse ritornato alla luce.
E allora abbiamo ascoltato storie che ci hanno commosso, incuriosito o che sono passate senza lasciare traccia, ma che sono diventate tutte materiale in movimento e punti di partenza per un traguardo ancora sconosciuto.

La forma ha poi aiutato il sentimento: per questo con loro, specialisti dell’azione del corpo nello spazio, abbiamo voluto ritornare alle forme elementari dell’esistenza come: il camminare, lo stare, l’azione del sedersi o dell’abbandonarsi al suolo, la stretta al polso, l’abbraccio in vita.
Ricordandoci continuamente che ogni movimento ha un suo sguardo, le sue pieghe agli angoli della bocca.

Ci siamo placati solo dopo aver provato a posarli là, con il loro consenso, in quel nuovo involucro o, per dirla con Tarkovskij, "in quella serenità olimpica che dà ogni nuova forma".

E allora forse è stato inevitabile che si andasse a raccontare semplicemente di uomini e di donne, della vita, del suo riprodursi, della sua possibilità di essere doppiamente quotidiana e mitica. Tra la banalità delle
cose umane e la purezza del mito, ci siamo fermati a guardare, con loro, l’agitarsi brulicante e disperato di chi cerca un senso. Inutilmente. Dal bacio di Giuda, alle labbra incollate per sempre di due amanti; da Adamo ed Eva, spogliarellisti del duemila, a quelli biblici disubbidienti del dettato divino; dall’Origine del mondo di Courbet, al suo ridiventare carne nella donna in esposizione; dall’elevazione dell’ostia del rito religioso, al tavolo-altare innalzato al cielo, con un agnello sacrificale ancora una volta al femminile: l’inconscia metafora di cui è spaesata portatrice la danza, ci sorprende ogni volta.

Prima l’intuizione e la messa in scena, poi la lenta e greve "spiegazione", ma come fardello e perdita di quel senso del sacro, del magico, dell’illusione che avviene scendendo le scale che dal palcoscenico portano in platea.

Forte è la sensazione di aver omesso molto, troppo di quello che è veramente successo tra i quattordici danzatori e noi, in questo incontro così fortemente voluto da Mauro, "un incontro di due mondi diversi che si sono riconosciuti" e che forse così tanto diversi non sono più.

Michele Abbondanza e Antonella Bertoni

Per una volta i ballerini, intrisi del linguaggio di Mauro Bigonzetti, direttore e coreografo principale, con digressioni in Forsythe piuttosto che in Balanchine o in creazioni di giovani autori europei come Christian Spuck, sono entrati in tutt’altro gioco. E’ il gioco autobiografico del teatrodanza, sotto la guida di una coppia, giovane e bella, di stelle della nuova coreografia italiana, gli ex carlsoniniani Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. [...] Su un prato ispido di battaglie esistenziali, in un gruppo fotografico vivente tipo ritratto di famiglia, dal pasto intorno al tavolo agli amori, spiccano i personaggi che di volta in volta escono allo scoperto: il macho del sud, il ragazzo esuberante che sogna di esibirsi al night club in una lap dance per signore, le fanciulle con la gonnella svolazzante, un erotico-ironico cigno morente contemporaneo. [...] Abbondanza e Bertoni hanno saputo trasformare da ognuno dei peculiari danzatori dell’Aterballetto, diversi per età, per provenienza, per fisico e temperamento, tutta la gamma delle sfumature del vivere, dal comico al disperato all’eccitante.

Elisa Vaccarino, “Balletto Oggi”, agosto 2000

 

Una bellissima sfida, un’esperienza coraggiosa, con danzatori che superano la soglia delle loro abituali competenze per avventurarsi nella zona del teatro, mescolando i linguaggi, tra essenzialità fisica, movimenti ritmici colmi di energia, recitazione e canto. [...] Bravissimi tutti gli interpreti, lievi, freschi capaci di coniugare alto rigore espressivo con una speciale giocosità d’insieme, tra latino sessuale, desiderio d’amore, modi diversi di cercarsi, unirsi, respingersi. E il pubblico ha accolto la proposta con viva gioia.

Valeria Ottolenghi, “Gazzetta di Parma”, 25 giugno 2000

 

E finalmente il pubblico, occasione rara, ride, medita e si diverte, anche ad uno spettacolo di teatro danza, di solito così funerei e mortificanti. Certo i racconti e le coreografie di Abbondanza/Bertoni, non sono banali

Aurora Marsotto, “Il sole 24 ore”, 17 settembre 2000

Teatro Herberia – Rubiera  (RE) (1° nazionale); Castello Pasquini – Castiglioncello (LI); Festival Adda  Danza - Castello Visconteo – Trezzo d’Adda (MI); Teatro della Cavallerizza – Reggio Emilia; Teatro Civico – La Spezia; Festival Fabbrica Europa - Ex Stazione Leopolda – Firenze; P.zza Affari – Milano.

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