di
MICHELE ABBONDANZA, ANTONELLA BERTONI, MAURIZIO LUPINELLI
con
FRANCESCO MASTROCINQUE, FILIPPO PORRO
disegno luci e direzione tecnica
ANDREA GENTILI
tecnico di tournée
CLAUDIO MODUGNO
elaborazioni musicali
ORLANDO CAINELLI
organizzazione, strategia e sviluppo
DALIA MACII
amministrazione e coordinamento
FRANCESCA LEONELLI
ufficio stampa e comunicazione
SUSANNA CALDONAZZI
produzione
COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI, ARMUNIA/FESTIVAL INEQUILIBRIO, NERVAL TEATRO
con il sostegno di
MiC - Ministero della Cultura, Regione Toscana, Provincia autonoma di Trento, Comune di Rovereto, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
Spettacolo riconosciuto con il Premio Ubu come Miglior spettacolo di danza 2021
Il doppio, la dualità come differenza, l’opposto che dà origine al mistero: questo lavoro parla e dà forma soprattutto all’incontro tra i corpi dei due interpreti, Francesco Mastrocinque, attore con disabilità, appartenente all'esperienza del Laboratorio Permanente di Nerval Teatro e Filippo Porro, danzatore.
Il progetto presenta anche la “prima volta” di una collaborazione tra due nuclei artistici differenti, che si incontrano nel solco tra arte e diversità, portando reciprocamente la propria esperienza e poetica della scena che, pur nella lontananza del segno, si alimenta e sviluppa attraverso la medesima sensibilità e passione.
Fin dai primi giorni abbiamo cercato di cogliere nello sguardo dei due interpreti, soprattutto un riconoscersi e attraverso questa reciproca ri-conoscenza, restare in ascolto di questa loro fase germinale. È seguito poi, diremmo in maniera naturale e quasi esclusivamente autogestito da loro stessi, uno sviluppo simbiotico dell’azione fino ad arrivare alla solitudine e al groviglio di arti e luce, di suoni e silenzi; il tutto attraverso un processo di relazione quasi esclusivamente somatico.
Un ossimoro in danza, un tentativo di svelare, tra sapiente ignoranza e disarmonica bellezza, il doppio viso della sfinge: due corpi diversi che cercano sulla scena l'origine della possibilità di esistere, una dirompente vitalità e un candore disarmante, attraverso l'astrazione della realtà che diventa visione.
Due corpi uguali che si riconoscono e non smettono l’abbraccio, il mandala, la cellula che li lega. Due esseri primi, primati, ai loro primi passi; tra evoluzione e involuzione, scelgono l’inesistente “voluzione”: uno stare vicini senza l’andare. Senza il destino forzoso del crescere e del diminuire.
Un percorso di gesti, sguardi; piccole, grandi tenerezze; beffardi e spietati tradimenti. Sempre in un precario equilibrio: funamboli, sospesi tra vita e morte, tra ascesi e caduta. Nel mezzo: le loro forme, colte nella fragilità dell’inestinguibile enigma della sospensione.
Enrico Pastore, «Il Pickwick»
Visioni ad Armunia: La semplicità del corpo danzante
Redazione, «Teatro e Critica»
Doppelgänger, l’altro danza con me
Rossella Battisti, «Rumor(s)cena»
Doppelgänger: quando l’altro è la tua ombra
Federicca Fanizza, «Artesnews»
“Doppelgänger”. Compagnia Abbondanza/Bertoni a Pergine Festival 2021
Giuseppe Distefano, «Sipario»
Vincenzo Sardelli, «KLP»
TRA ECODANZA E DIVERSITÀ, MIRABILIA INSEGUE MOBY DICK SOTTO LA PIOGGIA
Susanna Pietrosanti, «GUFETTO»
DOPPELGÄNGER @Teatro Cantiere Florida: quando l’altro siamo noi
Paolo Ruffini, «LIMINATEATRI»
Doppelgänger, ovvero iniziazione e ripetizione
Lo spettacolo è stato riconosciuto con il Premio Ubu come Miglior spettacolo di danza 2021