IDEM - Io contengo moltitudine - RECENSIONE SU KLP

IL FESTIVAL MILANOLTRE HA DEDICATO UN FOCUS ALLA COMPAGNIA CHE INCLUDE IL DEBUTTO DEL NUOVO SPETTACOLO, PRIMO PASSO DELLA TRILOGIA DEDICATA ALL’IDENTITÀ

«Forse che mi contraddico? / Benissimo, allora vuol dire che mi contraddico, / sono vasto, contengo moltitudini».

È nelle parole di Walt Whitman il principio ispiratore di “Idem – Io contengo moltitudini”, spettacolo di danza messo in scena in prima nazionale a MILANoLTRE all’interno di un focus dedicato alla compagnia Abbondanza/Bertoni, che contemplava anche la visione di “Erectus – Pithecanthropus” e “Romanzo d’infanzia”.

“Idem”, ideazione e regia Michele Abbondanza, coreografia e costumi dello stesso Abbondanza con Antonella Bertoni, è il primo passo del percorso “Io è un altro”, trilogia dedicata all’identità.
In scena Fabio Caputo, Sara Cavalieri, Cecilia Francesca Croce e Filippo Porro sono interpreti (e collaboratori alle coreografie) di uno spettacolo in k-way e cappuccio, leggins, e blue jeans. In un orizzonte tra il casual e l’indefinito, si susseguono traversie e difficoltà oggettive e interiori, in un percorso di costruzione del sé, di una faticosa consapevolezza e assertività, che prevede mediazioni e compromessi.

Con le elaborazioni musicali di Orlando Cainelli e il disegno luci di Andrea Gentili, assistiamo a una danza fisica, centrifugata, che contempla fratture e disincanti. Il palco del teatro Elfo Puccini diventa palestra. Movimenti nevrotici, irrelati, anchilosati. Spostamenti laterali. Figure cristallizzate in un espressionismo scultoreo, tese verso una liberazione tortuosa e oscura. Si recita con il corpo e con il viso, tra dolore, sudore e solitudine.

La danza scomposta e scombinata dei singoli diventa agonia. Ma i percorsi individuali s’intersecano. Quasi fatalmente, danno vita a incroci di condivisione e reciproco aiuto.

La danza antidillica di Abbondanza/Bertoni ben esprime l’aridità e le ricchezze di ogni percorso di costruzione del sé, tra ceneri infeconde e contrade solitarie. «Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume saranno gli stessi» (Eraclito).

Siamo perennemente chiamati alla trasformazione. Ogni cammino è rinascita, e prevede attimi indefiniti di perdita dell’equilibrio e della coscienza. Immagini di morte e resurrezioni. «La vita è cambiamento e quando non c’è niente che cambia, non c’è niente che vive. Tutto ciò che vive, si muove. Il cambiamento pertanto è inevitabile. È la natura della vita stessa» (Neale Donald Walsch).

Poetica della solidarietà. La danza di Abbondanza e Bertoni abbellisce i deserti. Prefigura una fratellanza di sguardi e gesti mai consolatoria o di autocommiserazione, semmai di compartecipazione e segreta identificazione con le inquietudini altrui.

Giravolte centripete. Figure pietrificate. Volti fossilizzati in una smorfia di disagio, disappunto e talvolta disgusto Distorsioni e alterazioni alla Edvard Munch. Cadute rovinose, e non restano che frammenti in perenne ricomposizione. Lo smarrimento collettivo delle coreografie non elude le ferite, e le attraversa in cerca non di guarigioni impossibili, ma di una catarsi mai pienamente raggiungibile.
Quattro figure, quattro sezioni. Muscolo cardiaco. Atrio destro, ventricolo destro; atrio sinistro, ventricolo sinistro. Ticchettii, tachicardia, epilessia. Sorreggersi. Fare urto. Abbarbicarsi l’uno all’altro per rimanere stabili, con il rischio di precipitare insieme. Anche nell’armonia della musica, è presente il dolore. E se il mondo è percosso da scosse telluriche, tanto vale danzarci sopra.

Quattro figure s’identificano in un organismo coeso, che torna a pompare sangue. “Idem” è sguardo salvifico. Il vortice iniziale diventa mulinello, poi brezza, catena religiosa e senso del sacro. Le luci si fanno intime, i suoni tenui. Lasciar andare, lasciarsi andare. In un legame mistico. Nel riparo di uno sguardo condiviso, unitario, rivolto all’assoluto.

IDEM – IO CONTENGO MOLTITUDINI
Ideazione e regia Michele Abbondanza
Coreografia e costumi Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
Interpretazione e collaborazione alle coreografie Fabio Caputo, Sara Cavalieri, Cecilia Francesca Croce, Filippo Porro
elaborazioni musicali Orlando Cainelli
disegno luci e direzione tecnica Andrea Gentili
esecuzione tecnica Claudio Modugno
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
partnership con l’Accademia Professionale Danza Milano – Centro ArteMente
con il sostegno di MiC – Direzione Generale Spettacolo, Provincia Autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

Il sottotitolo “Io contengo moltitudini” è tratto da una poesia di Walt Whithman

durata: 1h
applausi del pubblico: 3’ 40”

Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 29 settembre 2022
Prima nazionale

di Vincenzo Sardelli

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