M.A. Melius Abundare
(quam deficere)
Anche se il nostro maggio
Ha fatto a meno del vostro coraggio
Se la paura di guardare
Vi ha fatto chinare il mento
Se il fuoco ha risparmiato
Le vostre Millecento
Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso coinvolti.
De Andrè
Quando il giorno dopo
cercarono tra la cenere,
del soldatino di piombo
si trovò solo il suo cuore
e della ballerina di carta
il lustrino bruciacchiato,
finalmente uniti per sempre.
De Andersen
PIOMBO di maggio.
Alle calende di maggio i reduci delle brigate rosse ritornano dalla Francia per saldare il loro debito con la giustizia italiana. Cateteri e pannoloni inclusi. Ricordo ero adolescente, liceale piccolo-borghese, preoccupato più della merendina delle 10 che del detto “ogni giorno ha la sua pena”e che pena: anni in cui ne facevano fuori quasi uno al giorno. Li chiamavano: Anni di piombo.
“Uno” sta per “Una persona” non per leggerezza ma perché l’articolo indeterminativo, come dice la parola stessa, “non determina”, non ben definisce quanto valesse, per i piombaroli, la vita in quel pugno di anni che mancavano per chiudere il secolo. Allucinazione terroristica di quando un fine
non giustifica i mezzi.
Nella danza il mezzo coincide con il fine: a virtuali brigate ballerine, i mitra Sten e Skorpion sarebbero esplosi in mano. Meglio per i bersagli e peggio per le tersicore e tersicori, ai quali sarebbero rimasti comunque i ben più preziosi piedi. Personalmente pur di non impugnare un arma mi impegnai in 20 mesi di servizio civile al GAVCI di Bologna in via Siepelunga 46: gruppo assistenza volontari civili italiani (una simil-pistola mi esplose comunque in mano ma all’interno del mio esercito privato personale e dei suoi d’allora multiformi e pittoreschi personaggi).
Ma torniamo “a piombo” sull’ argomento del mese.
Per empatia e non solo in quanto anchilosato ballerino, mi sento diventare le gambe ancor più di piombo se penso a come dovevano sentirsi femori e ginocchia (e cuore) di quei commercianti di Napoli costretti ad inginocchiarsi davanti all’altarino del baby-boss, prima di subire le richieste estorsive dei clan. Il tutto sotto l’immagine di una pistola che campeggiava con la scritta “Sibillo regna” (il nome della famiglia del giovane).
In seguito alla sua rimozione ne sono seguite altre: murales e altarini tra Quartieri Spagnoli, Scampia e altri luoghi della città. Colpire un simbolo, può essere molto più doloroso che colpire col piombo. E a proposito di simboli, il “deal del secolo”, la pace tra Israele e Palestina, riempie di piombo le preghiere delle tre religioni monoteiste. Ora il nostro metallo riposa ma non sarà un sonno di piombo.
Piomba a 100 Km orari una cabina, 14 persone scompaiono, si salva un angioletto: Eitan (Ethan: perenne, dalla lunga vita). Quando chiederà il perché è successo, prima di rispondere “per denaro”, propongo un dignitoso silenzio. Di piombo. Metallo che veniva associato a Saturno, ritenuto il più lento dei pianeti, la cui influenza sull’uomo dava luogo alla melanconia, cioè a uno stato di depressione psichica più o meno accentuato. Ecco dopo la notizia di Battiato (“Era di maggio”) e, in ossimoro col piombo, di Carla Fracci mi sento “Come un cammello in una grondaia”:
Come piombo pesa il cielo questa notte.
Quante pene e inutili dolori.
De Battiato
Dai che arriva giugno. E il prossimo spettacolo, anche se fanno rima, sarà a Torino e non a
Piombino. De Abbondanza